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A scuola di rap al Forte Prenestino con i “Colle der Fomento”

Il tempo per scrivere ce lo prendiamo come al solito, almeno finché qualcuno non ci pagherà per farlo; fino a quel momento lo prenderemo come un bel passatempo che non ha necessità di scadenze di natura giornalistica. Venerdì scorso c’eravamo anche noi al Forte Prenestino, dove il trio che ha fatto la storia dell’hip-hop italiano è tornato a casa propria, dando spettacolo. Dopo l’apertura di Gente de Borgata, i Colle der Fomento ha portato un’ora e mezza di vecchia scuola scheggiadenti che ha letteralmente messo a rischio la tenuta delle mura del Forte Prenestino.

Nonostante la sporadicità delle esibizioni dei Colle der Fomento al completo a Roma, crediamo di poter dire che il sentimento condiviso è stato più o meno quello di quando vedi l’amico di una vita che, a causa dell’esser diventati grandi, si vede molto meno, ma al quale ti lega sempre lo stesso sentimento e la stessa confidenza, per cui ti senti libero di comportarti come quando eravate piccoli.

Muovendosi da Adversus ai grandi classici, sul letto musicale preparato dalla Dumbo Station e i Trinità Laica, i Colle hanno ribadito la loro figura di grandi saggi del game italiano, in quella che è sembrata una vera e propria liturgia della “Scienza doppia H”. Non è mancato lo spazio, in questa celebrazione laica, per i compagni di viaggio di Danno, Masito e Dj Baro che non ci sono più, fra tutti Primo Brown, rimasto tatuato sul cuore dei romani, e Pusha dei Flaminio Maphia, scomparso pochi giorni fa.

Prometeo rubó il fuoco agli Dei per darlo ai mortali; i Colle der Fomento invece lo presero in prestito dagli americani per portarlo qui in Italia, e questo fuoco brucia ancora sacro ad alimentare le loro rime, senza accennare ad affievolirsi. Così, venerdì scorso, hanno dato vita ad un concerto che diventa un instant classic della storia del Rap, di quelli che scrivono un ulteriore capitolo di un lunghissimo racconto, ormai quasi trentennale.

È bene ricordarci e ricordare che, oggi, il rap – o la trap, che dir si voglia, ma non siamo avvezzi a questa distinzione – che scala le classifiche e sempre più viene richiesto dal mondo della musica pop per feat e collaborazioni, affonda le sue radici in serate come questa, in cui tre ragazzi adulti hanno spiegato ancora una volta come si gioca a questo gioco.

Grazie Colle!