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Dietro le quinte della Scrittura, con Martina Pirone

Oggi vi presento  Martina Pirone che dal 2018 gestisce il blog letterario: “Libri riflessi in uno specchio” insieme a Marika Vangone.

Lo stesso anno ha iniziato ad immergersi nella scrittura dei sport romance, scrivendo “Three point shot”, che è il primo di una trilogia di libri autoconclusivi (Never let me down Series).
Ma quest’oggi parleremo con lei di alcune decisioni prese durante la fase di creazione dei suoi romanzi.
Martina rivela che trova appagante l’auto-pubblicazione nonostante i momenti di fatica nel curare e gestire ogni fase da sola.
“È un mondo che porta con se ancora molti pregiudizi.
A volte si pensa che con il Self il prodotto consegnato al lettore sarà di pessima stesura ed editato male.
Io dico che, come ogni settore, dipende dalla cura che metti nel lavoro che fai e dal team di professionisti che ti circonda. 
È un lavoro ben fatto porta grandi soddisfazioni anche nel mondo del Self.”
Come mai hai scelto come posizionamento i romanzi rosa?
Inoltre cosa vorresti comunicare al tuo pubblico tramite i tuoi racconti?”
 “In realtà la scelta del pubblico è stato piú che naturale, il rosa ha sempre fatto parte delle mie letture e quando mi è venuta in mente la prima trama era appunto quella di un romanzo rosa.
Scrivo per uscire dalla realtà ed evadere dalla quotidianità. Rielaboro e ragiono le esperienze che più mi hanno toccato e a chi mi legge vorrei trasmettere esattamente questo: evasione, divertimento, romanticismo e, perché no, anche qualche momento di riflessione sui temi attuali che riguardano tutti noi.”

Riguardo quest’ultima frase, ci terrei a chiederti quali sono i temi e i valori, accompagnati dall’amore, che esprimi nella tua trilogia.
La “Never let me down series” vuole essere innanzitutto un elogio all’amicizia profonda, fraterna, che molto spesso diventa una found family.
Il Trastevere Basket è una grande famiglia che si sostiene nel successo e nella difficoltà. Difficoltà nel trovare lavoro, di avere a ché fare con una famiglia disfunzionale, tossica, o squarciata da un lutto improvviso.
Il mio intento era quello di porre l’accento su tematiche attuali, condivise da tanti giovani, come il problema del lavoro, le cocenti delusioni amorose e la conseguente necessità di instaurare legami profondi, sani e duraturi; di alimentare la speranza – a modo mio – e l’ottimismo del riuscire, nonostante tutto, a costruirsi la vita che si vuole vivere.
“Mi piace pensare che Alida e Dave, Riccardo e Giorgia, Adriano e Cleo siano dei personaggi resilienti e positivi e spero che questo arrivi ai miei lettori.”
Com’è gestire un blog che abbia come Topic solo il mondo della scrittura?
“Gestire un blog quando lo fai esclusivamente per passione ma con tutta la serietà necessaria, nei ritagli di tempo tra il lavoro e la vita, può non sembrare facile.
Ma “Libri riflessi in uno specchio”, per noi, dico noi perché parlo anche a nome della mia socia, Marika Vangone, e del nostro staff, Marialuisa Gingilli, Giusy Moscato, Melissa Pratelli, Ester Kokuna e Gioia De Bonis, è una seconda casa.
Ci confrontiamo, ci supportiamo e supportiamo anche gli autori e con le varie collaborazioni.
Siamo un team molto affiatato, che si sostiene, si supporta e si confronta continuamente. Siamo amiche, in primis, e questo ci dà la forza di continuare a fare il nostro con grande entusiasmo!”
ARTICOLO A CURA DI IRENE BERETTA