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Il commento della settimana: “La teocrazia del like”.

Il commento della settimana: “La teocrazia del like”.

È il 14 gennaio 2024, il sole è appena sorto sul fiume Lambro, nessuno se ne è ancora accorto ma Giovanna Pedretti giace esanime sulle sponde. La si potrebbe definire un’esecuzione mediatica senza boia e senza condanna.
Il tribunale, appunto mediatico, si è riunito per settimane intorno a questa discussione da bar virtuale senza lasciare all’imputato nemmeno il diritto di parola. Parole che le sono state gettate addosso pesanti come macigni, o forse meglio, come piccoli sassolini che le hanno riempito le tasche prima che scegliesse di gettarsi tra le acque, senza darle la possibilità di ripensarci, ma solo il diritto di sprofondare.
È la teocrazia del like, la stessa che eleva l’apparire e sminuisce l’essere. È diventato così facile giudicare senza preoccuparsi del giudizio, perché immaginiamo la nostra vita come riflesso della vita social e non il contrario.
Siamo evanescenti nel quotidiano solo per poter risplendere di luce diffusa nella realtà digitale, e allora ci chiediamo: “è così facile morire?”
Articolo a cura di Michele Piramide e Carlotta Moretti.