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Per i VOINA è ancora tutto esaurito!

Secondo sold out romano in un anno per i VOINA. Si sono esibiti sabato 24 marzo 2024 al Wishlist, tappa capitolina del nuovo Kintsugi tour, dal titolo dell’omonimo album rilasciato il 23 febbraio 2024.

La band abruzzese, nata ufficialmente a Lanciano nel 2005 dalla volontà di Ivo Bucci (voce, testi) e Domenico Candeloro (batteria, percussioni, synth) sotto il nome di Voina Hen, ha cambiato più volte formazione, ma mai spirito (sempre almeno sopra il 10% vol).

Scomodato il Giappone già nel 2022 con il singolo Berserk, Nicola e Domenico Candeloro (rispettivamente alle chitarre e alla batteria), Andrea Paone (al basso), Mattia De Iure (chitarra, cori) e Ivo Bucci (voce, testi) tornano alle pendici del Fuji dopo la pubblicazione di Kintsugi, quarto disco in studio, che rischia inesorabilmente di essere l’ultimo, come affermano ogni volta prima di ricominciare a lavorare ad un nuovo progetto.

Qui i VOINA sembrano guardarsi indietro, introspettivamente e musicalmente, osservano se stessi dal di fuori, le proprie esistenze graffiate dalla routine, le aspettative in frantumi, masticate dalla prassi dell’età adulta e cercano di rimettere insieme i cocci con una colata di lacca e una spolverata d’oro; da bravi nippofili danno pregio alle crepe, al tempo trascorso. 

Chi segue il gruppo da un po’ conosce bene il valore che i VOINA attribuiscono alla nostalgia. Nella poetica della band il passato non rimane chiuso nella sua linea temporale, si riverbera nel presente, nell’iperattività che colma il senso di vuoto, nel lutto visionario, nelle coltellate tra amanti in storie d’amore che si sovrappongono a scene di guerriglia urbana. La malinconia è un parassita da affogare brindando alle incertezze e alla fortuna di non essere nati poeti nell’era dell’Instagram. 

 

“E Dio ci salvi dai nuovi poeti che
ci accasciano l’anima,
non li vogliamo i vostri pensieri,
vogliamo far esplodere pianeti”

 

Eppure, in Kintsugi anche la nostalgia assume un sapore diverso, sembra essersi assestata in una dimensione di serenità dettata dalla consapevolezza, dall’apprendimento delle regole fondamentali per l’abitare il mondo dentro e fuori dal corpo.

Un album dallo sguardo molto più radicale sull’esterno, che non tralascia nemmeno temi di attualità come in Bianco, dove i VOINA accettano di mettere in discussione se stessi ammettendo l’indigesto senso di colpa di genere o in Supermercati cinesi, nella quale fotografano l’ipocrisia dei nuovi anni venti nello scontro tra conservatorismo, consumismo e globalizzazione.

 

“Pensa che una volta era normale
fare il militare,
pagare per scopare,

picchiare tua moglie a giorni alterni fino a farla sanguinare
e senti i vecchi sospirare
bei tempi”

 

È bastato ascoltare 250 persone sotto palco cantare a memoria Mal di gola a solo un mese dalla pubblicazione, per avere la certezza di essere davanti a un grande ritorno dell’alternative italiano, se non bastassero le garanzie di qualità dell’attuale etichetta V4V-Records o della passata collaborazione con Manuele “Max Stirner” Fusaroli (Zen Circus, Nobraino, Le luci della centrale elettrica), c’è anche chi ha definito i VOINA la versione aggiornata dei Ministri.

Qui dieci canzoni da ascoltare prima di commentare l’articolo col vostro verdetto:

Articolo a cura di: Carlotta di Casoli