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Primo Levi, il chimico scrittore

Nell’ultimo articolo pubblicato vi abbiamo parlato di come Giacomo Leopardi, tra i più celebri e amati poeti italiani, fosse in realtà anche un appassionato di scienza, in particolare di astronomia.

Oggi, pertanto, ripercorrendo le tematiche affrontate la settimana scorsa, vorremmo parlarvi del già citato Primo Levi, scrittore laureato in Chimica e noto per aver dato alla luce opere come Se questo è un uomo o Il sistema periodico. La sua testimonianza è di vitale importanza per noi giovani, perché il passato non si ripeta, e tutte le forme di violenza siano condannate fermamente. La guerra rende l’uomo disumano, e il male dilaga facilmente quando l’indifferenza regna: è questa la “banalità del male” come direbbe la Arendt.

La letteratura ha l’arduo compito di sprofondarci nella nostra umanità, farci riflettere e renderci sensibili. La poesia, l’arte in generale, può essere una lente di ingrandimento sul mondo, come un indicatore che fa virare il colore nella beuta all’improvviso, e ci indica la strada verso cui dirigere l’analisi, l’esperimento misterioso dell’esistere.
Primo Levi era consapevole di tutto questo, infatti si approcciò alla scrittura già in età giovanile. Pochi sanno che cominciò a scrivere proprio attraverso l’uso della parola poetica. Così, dopo la liberazione dal lager, raccolse il materiale che aveva e nel 1975 pubblicò la stesura definitiva della sua raccolta di poesie, “L’Osteria di Brema”, e in seguito nel 1984 “Ad ora incerta”. Il titolo di quest’ultima è tratto da un verso d
e The rime of the ancient mariner di S. T.Coleridge: Since then, at an uncertain hour, / That agonyreturns, già riportato come epigrafe ne I sommersi e i salvati. Il significato è il seguente: “Da allora, ad ora incerta, l’agonia ritorna…”

In chiusura vorrei proporvi un testo tratto dalla raccolta, dedicato alla moglie Lucia Morpurgo:

Abbi pazienza, mia donna affaticata,
Abbi pazienza per le cose del mondo,
Per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,
Dal momento che ti sono toccato in sorte.
Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
Per questo tuo compleanno rotondo.
Abbi pazienza, mia donna impaziente,
Tu macinata, macerata, scorticata,
Che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
Perché la carne nuda ti faccia più male.
Non è più tempo di vivere soli.
Accetta, per favore, questi 14 versi,
Sono il mio modo ispido di dirti cara,
E che non starei al mondo senza di te.

Solo l’amore può sconfiggere la morte, solo l’amore può essere salvezza.

 

Articolo di Isabella Esposito