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“La Luna dei Borboni”, danza e musica dal meridione.

Da una poesia di Vittorio Bodini, coreografie di Fredy Franzutti e

musiche di Rocco Nigro e Giuseppe Spedicato.

Photo by Balletto del Sud

 

Si apre il sipario e ci troviamo nel Meridione.

Un sud dai toni caldi e terrosi che rimane immobile e sofferente, per quell’amore verso una terra ostica.

In un palco vuoto da oggetti di scena, sostenuti soltanto dalle note di un Tango malinconico,  i danzatori del Balletto del Sud, in un passo a due, ci mostrano il difficile rapporto con la vita; che ci trattiene nella quotidianità e la voglia di allontanarsi per iniziare a vivere.

“Viviamo in un incantesimo,

tra palazzi di tufo,

in una grande pianura.

Sulle rive del nulla

mostriamo le caverne di noi stessi

– qualche palmizio, un santo

lordo di sangue nei tramonti, un libro

lento, di pochi fatti, che rileggiamo

più volte, nell’attesa che ci dia

tutte assieme la vita

le cose che crediamo di meritare.”

Sulle parole di Vittorio Bodini,

le coreografie lente e spezzate da figure non sempre sinuose ci raccontano come Fredy Franzutti abbia scelto di mostrarci la bellezza e la difficoltà di un popolo unito in attesa che l’Italia diventi un’unica Nazione.

“Qui non vorrei vivere dove vivere

mi tocca, mio paese,

così sgradito da doverti amare;

lento piano dove la luce pare

di carne cruda

e il nespolo va e viene fra noi e l’inverno.”

Ancora una volta, Vittorio Bodini ci ricorda questo amore che sembra impossibile ma comunque indispensabile.

Così il popolo danza, nella festa di paese, per mettere da parte quella difficoltà e ricordando le radici per mantenere viva l’identità comune.

Irene Beretta da Kaos Letterario.