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Dietro il mondo di BookTok: intervista ad Ema In Neverland

Se il futuro della letteratura dipendesse dai social? Su TikTok, piattaforma social largamente
utilizzata dalla Generazione Z, la letteratura è ormai un tendenza. L’hashtag BookTok ha raggiunto 93 miliardi di clic, quello italiano vanta 1,3 miliardi di visualizzazioni. Nato a marzo 2020, il fenomeno BookTok ha ottenuto un enorme successo fino a raggiungere sempre più case editrici, che hanno cominciato a rivolgersi alla community, composta principalmente da giovanissimi, per lanciare e pubblicizzare i propri titoli. Cosa si nasconde dietro il mondo di BookTok? Perché ha avuto successo? Ne abbiamo parlato con Ema In Neverland (Emanuela Scarpelli), bookinfluencer, il cui profilo sulla piattaforma conta più di 37 mila follower e attraverso cui regolarmente condivide video sulla sua vita da lettrice.

Ciao Emanuela. Come è nata la tua avventura nell’universo di Booktok?

«Ho iniziato a postare video verso la seconda parte della pandemia. Avevo iniziato a vedere video che giravano un po’ sulla pagina di TikTok, in particolare sul Book Tok America. In realtà sono sempre stata una persona abbastanza timida, ed ho postato il primo video quasi per gioco,
pensando che nessuno l’avrebbe visto. Sorprendentemente il video è diventato abbastanza virale,
e le persone hanno cominciato a chiedermi consigli di lettura. Ho iniziato a lavorare con varie case editrici, ma fortunatamente questo non ha mutato il mio amore per la lettura, da sempre la mia passione.»

E’ uno stereotipo comune che i giovani non leggano più. Invece, la maggior parte dei membri di BookTok è costituita soprattutto da giovanissimi.

«Grazie a BookTok e a tutti i contenuti che si possono trovare, un ragazzo è più invogliato alla
lettura e alla scoperta di nuovi titoli. In Italia, tuttavia, ancora non si legge tantissimo; i veri lettori forti sono pochi. Noi ragazzi, però, grazie alla community che si è creata, stiamo riuscendo a
leggere di più a far muovere di più l’editoria, un mondo fortemente in crisi. L’ho potuto notare
durane l’ultima edizione del Salone del Libro, che ha raccolto tantissime persone, circa 215 mila
provenienti da tutta Italia.»

Su BookTok emergono spesso alcuni titoli che, immediatamente, ottengono tantissimo successo. Penso al caso di Colleen Hoover, una delle autrici più popolari  ed apprezzate della community, oppure l’italiana Erin Doom, che ha conquistato subito il pubblico con il suo libro “Fabbricante di lacrime”. C’è il rischio, tuttavia, che all’interno della Community si impongono dei titoli che attirino tutta l’attenzione degli utenti, senza dare spazio ad agli altri autori di emergere?

«Da un lato sì. Le case editrici hanno capito il potere di TikTok e del marketing, cominciando a
vedere i booktoker come una risorsa per pubblicizzare i loro libri. In realtà, soprattutto nell’ultimo periodo in cui BookTok è cresciuto tantissimo qui in Italia, sono emersi molti profili che diversificano i generi letterari e che si rivolgono ad un range più vario, che non include solo i più giovani. Ci sono alcuni libri che vengono trascinati di più dalla community perché, magari, hanno come matrice un genere che, in quel momento attira una fetta maggiore di pubblico e attorno a cui si forma moltissimo hype. Su BookTok sono emersi anche titoli di classici o contemporanei
considerati di nicchia fino a qualche tempo fa, e che invece sono tornati alla ribalta. Un esempio è
il romanzo “Follia” di Patrick McGrath del 1996. Un libro non di genere romance o fantasy, spesso
preferiti dalla community, ma di cui alla fine se ne è parlato tantissimo.»

Le video recensioni dei libri sono spesso molto brevi, e a volte i Booktoker creano semplici contenuti dove mostrano velocemente i libri consigliati, aggiungendo solo piccole didascalie. La formula di TikTok, che prevede contenuti di pochi secondi, riesce effettivamente a stimolare una vera discussione letteraria?

«La maggior parte di noi, a causa dei social, ha una soglia dell’attenzione molto bassa. Qualche
anno fa, riuscivamo a vedere un video o ascoltare un commento di quaranta minuti in cui si parlava
di un solo titolo. Ora, invece, anche un video da un minuto risulta stancante. BookTok risulta un
ottimo strumento principalmente per conoscere nuovi titoli. Sulla piattaforma ci sono persone di età diverse, che alle spalle hanno un background letterario diverso. Ovviamente, il parere di una
persona più adulta, che ha studiato letteratura, sicuramente è più critico e analitico rispetto a quello di una ragazza più giovane. BookTok resta comunque un ottimo strumento per incrementare
l’editoria. »

Articolo di Arianna Gnasso